
Oggi, nella Giornata Mondiale dell’Acqua, voglio parlarvi di quello che è il fiume secolare che dà il nome alla nostra vallata, il Fiume Marecchia, che nasce in Toscana, e sfocia nell’Adriatico, in quel di Rimini.

Il Marecchia è l’antico Ariminus che diede il nome a Rimini (Ariminum). Ad oggi il suo breve tratto di pianura e la foce sono convenzionalmente utilizzati per delimitare la fine della pianura Padana e dell’intera Italia settentrionale.

Il fiume nasce nel comune di Badia Tedalda in Toscana dall’Alpe della Luna (monte Zucca 1.263 m), nei pressi della località Pratieghi sull’Appennino tosco-romagnolo.

Il suo corso di 70 km si sviluppa in Toscana ed in Emilia Romagna lungo la Valmarecchia appunto, ricevendo l’apporto di diversi affluenti tra i quali il Torrente Presale, il Torrente Senatello, il Rio Mavone, il Torrente Mazzocco, il Rio San Marino e il Torrente Ausa. Con letto ampio e ciottoloso il fiume giunge poi presso la città di Rimini dove va a sfociare nel Mar Adriatico. In passato, il tratto finale (circa due chilometri) del suo corso transitava sotto al ponte di Tiberio per poi gettarsi in mare tramite il porto canale. Tra il 1924 e il 1930, tuttavia, fu costruito un alveo artificiale per evitare le esondazioni. A seguito di questa deviazione, la foce attuale è situata nei pressi di San Giuliano Mare e Rivabella.

il Marecchia rimane più che altro un grosso torrente: anche se in atichità il tratto finale del fiume era navigabile, oggi le sue variazioni di portata sono molto diverse, a seconda della stagione, con piene violente in autunno, e vere e proprie secche totali in estate. Tuttavia, una caratteristica geologica del fiume Marecchia è quella di avere una notevole portata d’acqua sotto il substrato del suo letto di scorrimento (si nota in particolare dalla forte differenza di portata tra la località di Ponte Verucchio e la piccola diga a 500m dalla foce). Inoltre, alcuni piccoli rami, escono lontano dalla costa, dove si formano polle di acqua dolce. Di questa particolarità si avvale la città di Rimini per i suoi approvvigionamenti idrici anche in estate quando il fiume è secco.

La valle del Marecchia si diversifica notevolmente rispetto alle valli poste più a nord. Nel tratto compreso tra i fiumi Santerno e Savio le valli sono disposte perpendicolarmente rispetto alla dorsale appenninica formando un’omogenea struttura ” a pettine” caratterizzata da strette dorsali che degradano verso il mare Adriatico.
Nel Montefeltro di contro le valli sono caratterizzate da scoscendimenti intervallati da affioramenti rocciosi fortemente modellati dagli agenti atmosferici. Le formazioni marnoso arenacee lasciano qui il posto ad argille scagliose dalle quali emergono rupi alte e tagliate, formate prevalentemente da arenarie e argille.
Per questa diversa conformazione, unita alla cruenta storia medioevale che ha caratterizzato questo territorio, i principali nuclei abitati sono sorti e si sono sviluppati sugli spuntoni rocciosi che costeggiano il fondovalle,
(fa eccezione la sola “moderna Novafeltria” che si trova sul fondovalle).
Volendo visitare i principali centri sarà quindi più volte necessario lasciare la direttrice principale di fondovalle (SS258 Marecchiese).

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