Fino alla metà del Secolo scorso, un luogo di incontro per le donne dei nostri borghi, erano i lavatoi, i fontanili, le fontane, dove si ritrovano a lavare i panni, ma anche per confrontarsi, ascoltare quello che le altre donne più anziane raccontavano e “divulgavano”, cercando di istruire le più giovani. Gli argomenti erano gli stessi che oggi ritroviamo sui social, pettegolezzi amorosi, problemi familiari, chiacchiere di paese, qui si sviluppavano amicizie, diverbi, complotti, si dipanavano racconti fantastici, mentre le mani fregavano i panni, nell’acqua fredda, intrisi con la cenere, l’antenata del nostro sapone. Qui si passavano ore, delle intere mezze giornate, sia sotto il sole, che con il brutto tempo, perché questo era l’unico modo per rendere puliti abiti, lenzuola, asciugamani, e per molte, era anche l’unico modo per non avere addosso, gli occhi di mariti, suocere, che le tenevano “sotto controllo”. Alle volte, qui si consumavano anche incontri amorosi, soprattutto nei lavatoi che avevano anche vasche per abbeverare i cavalli, i somari, i bovini e gli ovini, e le giovani generazioni di allora, ne approfittavano per scambiarsi occhiate, sorrisi, allusioni, intrecciando relazioni, lontano magari dagli occhi “poco discreti” degli anziani. Ogni Borgo aveva un lavatoio, e più di una fontana o un fontanile, anche perché l’acqua, allora più di adesso, aveva un ruolo importantissimo nei Paesi, nei Borghi, l’acqua era vita, era comunità, un elemento che aggregava, e verso l’acqua si aveva grande rispetto, si curava, si “manteneva” pura e limpida, in quel sentimento ecologista inconsapevole, che avevano le passate generazioni. In Valmarecchia, negli ultimi decenni, l’artista e poeta Tonino Guerra, ha progettato e ideato diverse fontane, in memoria della funzione cardine di questo elemento, e che ornano diversi Borghi della valle. *Foto dell’Autore.
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