Tra i primi piatti tipici della Romagna il più caratteristico, originario, più…romagnolo sono i passatelli in brodo, sicuramente una delizia per il palato. I passatelli hanno la caratteristica forma di filamenti del diametro di circa 5 millimetri, rugosi e abbastanza consistenti.
Possono essere di diverse lunghezze a seconda dello strumento che viene utilizzato. Infatti, per preparare i passatelli sarebbe necessario usare un attrezzo particolare, il “ferro per i passatelli”, difficilmente reperibile al di fuori della Romagna. In passato i passatelli erano la minestra delle feste e delle grandi occasioni come la Pasqua, l’Ascensione, i battesimi, le cresime ed i matrimoni; a Natale invece venivano sostituiti dai cappelletti in brodo.
Come sempre nella tradizione italiana ogni famiglia ha la sua ricetta e le sue varianti. Fuori dalla Romagna non è facile trovarli nei supermercati, ma nei negozi di specialità regionali romagnole o in grandi magazzini ben forniti. I passatelli in brodo sono squisiti anche in brodo di pesce. Recentemente li si può trovare anche asciutti e conditi nei più svariati modi tra cui con salsiccia e rucola.
A Bagnacavallo (RA) in occasione della fiera di S.Michele vengono conditi con una salsa a base di Bursôn, il noto vino di Bagnacavallo. 100 gr di passatelli apportano circa 160 Kcal.
La ricetta di Pellegrino Artusi:
«Eccovi due ricette che, ad eccezione della quantità, poco differiscono l’una dall’altra. Prima: Pangrattato, grammi 100. Midollo di bue, grammi 20. Parmigiano grattato, grammi 40. Uova, n. 2. Odore di noce moscata o di scorza di limone, oppure dell’una e dell’altra insieme. Questa dose può bastare per quattro persone. Seconda: Pangrattato, grammi 170. Midollo di bue, grammi 30. Parmigiano grattato, grammi 70. Uova n. 3 e un rosso. Odore come sopra. Può bastare per sette od otto persone. Il midollo serve per renderli più teneri, e non è necessario scioglierlo al fuoco; basta stiacciarlo e disfarlo colla lama di un coltello. Impastate ogni cosa insieme per formare un pane piuttosto sodo; ma lasciate addietro alquanto pangrattato per aggiungerlo dopo, se occorre. Si chiamano passatelli perché prendono la forma loro speciale passando a forza dai buchi di un ferro fatto appositamente, poche essendo le famiglie in Romagna che non l’abbiano, per la ragione che questa minestra vi è tenuta in buon conto come, in generale, a cagione del clima, sono colà apprezzate tutte le minestre intrise colle uova delle quali si fa uso quasi quotidiano. Si possono passare anche dalla siringa.»
Veramente i passatelli sono tipici del marchigiano, in particolare della valle del Cesano ma, come oramai accade per tante prelibatezze dei tanto bistrattati marchigiani, il romagnolo se ne appropria e ne fa cosa sua!
Se non ne siete convinti, andatevi a vedere cosa ne diceva il faenti.o Artusi!
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Veramente Artusi le cita come tipicità del basso pesarese, nello specifico nella valle del Cesano (da Marotta a Pergola), ma come spesso accade per tante specialità tipiche delle tanto disprezzate Marche, il romagnolo copia e pubblicizza la specialità come sua!
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mi dispiace ma è una specialità tipica marchigiana…non romagnola….
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